periodizationTroppo spesso nello sport sia a livello professionistico che amatoriale, non viene data la giusta rilevanza , se non del tutto tralasciata, l’ importanza del periodo di scarico, come una parte fondamentale dell’allenamento.

 In risposta ad una fase di eccessivo stress il nostro cervello manda in circolo il cortisolo, conosciuto appunto come ormone dello stress, che non puo’ essere smaltito in breve tempo, accumulandosi cosi’ nel nostro corpo con effetti dannosi.

Un allenamento troppo lungo, troppo frequente o troppo intenso produce cortisolo che sommato a quello della vita sociale rallenta in modo significativo la crescita di massa magra, aumenta la suscettibilità ad infezioni e malattie, causa un peggioramento della prestazione, diminuisce la forza, demotiva, aumenta la frequenza cardiaca a riposo, disturba la qualità del sonno, crea instabilità emotiva e comportamentale. Ecco perché bisogna cercare si di stimolare adeguatamente il nostro fisico con l’allenamento, ma andranno ottimizzati i fattori per impedire il repentino aumento del corticosteroide.


Il nostro fisico aziona una fase difensiva allo stress che si puo’ suddividere in tre momenti : fase di allarme, in cui si manifestano le reazioni biochimiche-ormonali evidenziate; fase di resistenza, nella quale l’organismo si adatta in senso anatomico-funzionale in modo stabile; fase di esaurimento, dove avviene un crollo delle difese immunitarie e l’incapacità di adattarsi ulteriormente agli stressor. E’ dunque, di fondamentale importanza evitare di cadere nella terza fase, quella di esaurimento che comporterebbe perdita di massa muscolare a causa dell’ eccessiva quantità di cortisolo non smaltito. Diventa per cui assolutamente indispensabile prevedere adeguati periodi di scarico sia parziale, sia di riposo totale nella periodizzazione dell’ allenamento, in modo da eliminare gli elevati livelli di ormone catabolico in circolo ed impedire l’ arrivo della debilitante fase di esaurimento.

Emblematico è il caso della squadra di calcio inglese il Leicester che quest’ anno ha vinto il campionato, dove il suo allenatore, tra l’altro italiano , ha concesso nel bel mezzo della stagione agonistica sette giorni di riposo totale ai suoi ragazzi, con risultati straordinari e mantenendo un giorno a settimana sempre di recupero durante tutto l’anno, senza mai adottare doppi allenamenti, pratica costante nel nostro paese : un approccio che da più enfasi al periodo di scarico come parte integrante di una preparazione atletica duratura ed efficace.

Per costruire un recupero ottimale si deve studiare uno dei processi più importanti dell’organismo umano : la supercompensazione. Si tratta del meccanismo fisiologico per cui il nostro organismo  si adatta alle sollecitazioni esterne: se per esempio prima di una seduta di allenamento abbiamo una certa quantità di energia di base, con l’esercizio perdiamo momentanemente le nostre capacità neuro-muscolari.Nei giorni successivi i processi di rigenerazione restaurano le nostre capacità fisiche con un livello leggermente superiore al precedente, questo perché il nostro organismo tende a premunirsi in previsione di nuovi attacchi, in questa fase pero’ capita molto spesso che un atleta si rialleni prima dell’ avvenuta supercompensazione, in questo caso non c’è miglioramento della prestazione ma più probabilmente un peggioramento. Questo è cio’ che accade quando non si lascia passare il giusto tempo di recupero tra una seduta e l’altra e soprattutto quando i programmi di allenamento, che vengono somministrati, non prevedono un’ adeguata periodizzazione dell’allenamento o come in molti casi non venga neppure applicata.


Bibliografia :

“Anatomia della palestra, R.Sassatelli, 2000, Il Mulino”

“La scienza del natural-bodybuilding,C.Tozzi, 2001, S.Ciccarelli”



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