gennaio

 

LA MOBILITÀ ARTICOLARE
autore:  Marco Dalessandro - Master Trainer Alta Formazione Fitness


Hanno già raccontato di tutto e di più su questo argomento, non vorrei dilungarmi molto. Si è già parlato di differenza tra flessibilità ed elasticità e cose analoghe.
Vorrei solo ricordare che TUTTI possono migliorare la propria mobilità ma NON È NECESSARIO CHE TUTTI FACCIANO OBBLIGATORIAMENTE STRETCHING.

La mobilità articolare dipende sia da fattori genetici sia da abitudini di vita/allenamento (se non consideriamo i traumi).
Infatti esistono condizioni anatomiche non dipendenti da noi (condizioni innate) e altre dipendenti da noi (condizioni apprese).
È possibile migliorare la mobilità articolare facendo esercizi attivi (fatti senza l’ausilio di un operatore esterno) o passivi (con l’impiego di un operatore esterno). Il coinvolgimento attivo di muscoli/fusi e sistema nervoso può incidere su alcune tecniche esecutive. 

 Si può migliorare la mobilità facendo:

- mobilità attiva;
- mobilità passiva (tecniche riarticolatorie o simili);
- tecniche PNF;
- esercizi specifici che abbinano stretching con respirazioni (inspirazioni/espirazioni e apnee desiderate);
- tecniche inibitorie (mobilità transitoria).
- tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza (AVBA).

Oltre a tutte queste modalità di azione, possiamo usufruire di tecniche fasciali. Infatti il tessuto connettivo è sia metabolicamente attivo sia avvolge e asseconda il lavoro di legamenti, tendini, muscoli e capsule articolari (basti pensare ad esempio al bacino ileo-ischio-pube e imbrigliamento/forte organizzazione del sacro tra le iliache e L5-S1). Non bisogna dimenticare che anche gli organi rivestono un ruolo fondamentale e che l’uomo è un sistema complesso interdipendente.

Non tutte le persone poco mobili sono da incentivare alla pratica dello stretching. Prima di mettere in crisi un sistema complesso è buona norma eseguire test statici e dinamici, attivi e passivi, saggiare la qualità dei tessuti e, per gli operatori esterni, l’abilità di entrare in empatia con il soggetto